Distrazioni alla guida: la sbornia del terzo millennio

La distrazione alla guida costituisce una delle principali cause di incidente stradale. Tra i principali fattori di distrazione vi è l’uso del cellulare alla guida per telefonare o per inviare e leggere messaggi, nonché la maggior parte dei dispositivi di bordo (di navigazione, di intrattenimento ecc.). Diversi studi hanno confermato una generale sottovalutazione della distrazione come fattore di rischio da parte dei conducenti. Peraltro il fenomeno è in crescita parallelamente alla diffusione dell’utilizzo di dispositivi telefonici e di bordo che possono distogliere l’attenzione dalla guida.

Ne ha parlato Mirella Pontiggia, comandante della Polizia Stradale di Bergamo e socio del R.C. Dalmine Centenario, intervenuta alla riunione interclub promossa con il Panathlon Club Bergamo, presieduto da Attilio Belloli, sul tema “Distrazioni alla guida – la sbornia del terzo millennio”. Riunione che ha visto anche la partecipazione dei rappresentanti del programma Safe Driver, con il coordinatore Andrea Noventa dell’Asl di Bergamo e le volontarie Roberta Mangiapanello e Paola Pesenti Bolognini, Mauro Bernardi in qualità di testimonial della campagna di sicurezza stradale, di Ragazzi On The Road, con Alessandro Invernici e Andrea Nicoletti, il gruppo dell’Interact Club Bergamo, guidato dal presidente Federica Sorrentino.

Affiancata da Mauro Romagnoli, assistente capo della Polstrada, Mirella Pontiggia ha analizzato i rischi del cosiddetto multitasking proponendo una serie di filmati esemplificativi. Primo fra tutti quello sull’uso degli sms, proposto nell’ambito della campagna ICARO 2017.

Sono diversi gli studi che hanno esaminato gli effetti dell’utilizzo del cellulare durante la guida. Ciò che è emerso è che il rischio di incidente per chi utilizza tale dispositivo durante la guida è fino a 4 volte superiore rispetto a chi non ne fa uso. L’articolo 173 vieta di usare cellulari o smartphone alla guida, anche per mandare sms. E purtroppo le statistiche dimostrano che la distrazione crea incidenti gravi più dell’alcolemia e degli stati tossicologici.

La guida richiede continua attenzione alla strada ed al traffico così come un buon controllo del veicolo. Non prestare una piena attenzione può condurre ad una perdita di controllo o ad una andatura incerta che può mettere a rischio sé stessi e gli altri. Sebbene non esista una definizione comune del termine “distrazione” per il guidatore, generalmente si conviene che il guidatore è distratto quando la sua attenzione è focalizzata su qualcosa di diverso della guida: distrazioni visive, uditive, biomeccaniche (regolazioni degli apparecchi di bordo) oppure distrazioni cognitive (sovrappensiero).

Poiché guidare è prima di tutto un’attività che coinvolge le capacità visive, le distrazioni visive sono tra quelle più pericolose. In ogni caso l’importante è capire che non è possibile fare due cose contemporaneamente quando una di queste è guidare.

Mirella Pontiggia e Mauro Romagnoli hanno sottoposto alcuni dei presenti a dei semplici test attitudinali.

A Federica e Matteo, entrambi 19enni, è stato chiesto di riportare su un foglio prima un rigo con una serie di lettere e poi uno successivo una serie di numeri. Esercizio che entrambi hanno completato nel giro di 11 e 20 secondi. Quando, però, è stato chiesto loro di sovrapporre le due righe, alternando la scrittura di una lettera e del numero sottostante, il tempo di esecuzione si è allungato a 57 secondi per lui e 1 minuto e 17 secondi per lei. Una dimostrazione di quanto il multitasking rallenti le nostre azioni. E si tenga conto che in un secondo, a 50 km/h si percorrono 14 metri, che diventano 28 a 100 km/h e 36 a 130 km/h, che rappresenta il limite massimo di velocità in autostrada.

La serata, a cui hanno partecipato l’A.G. del Gruppo Orobico 2, Umberto Romano, e i presidenti dei R.C. Sarnico e Bergamo Sud, Alberto Nacci e Vilse Crippa, ha permesso di ricordare anche il 70ennale di costituzione della Polizia Stradale e rivolgere gli auguri di buon lavoro a Mirella Pontiggia, chiamata a coordinare il servizio stradale del 100° Giro ciclistico d’Italia. Un riconoscimento alla sua alta professionalità e preparazione.

Cyberbullismo: la prepotenza invisibile

 

Seminario dell’Interact Club Bergamo con il Gen. Luciano Garofano

Il mondo rotariano è sceso in campo il 10 marzo per sensibilizzare le scuole bergamasche al fenomeno del cyberbullismo. Merito dell’Interact Club Bergamo, che in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale ha promosso il seminario dal titolo “La prepotenza invisibile”, ispirato al libro del generale Luciano Garofano, ex comandante del RIS Carabinieri di Parma e presidente dell’Accademia di Scienze Forensi, in veste di relatore nell’auditorium del Collegio S. Alessandro di fronte a una platea di oltre 500 studenti con i rispettivi docenti.

Un racconto tra gli innumerevoli casi di cronaca, molti dei quali drammatici, i pericoli che derivano dall’uso improprio e disinvolto di strumenti digitali e social network e le insidie che le nuove messaggistiche multimediali nascondono. A introdurre il seminario è stata Federica Sorrentino, presidente dell’Interact Club Bergamo, la quale ha spiegato la vocazione all’amicizia, al volontariato e alla solidarietà che alberga nel gruppo giovanile rotariano, dove chi ne fa parte impara a sviluppare le loro doti di leadership e scoprire il valore del servire al di sopra di ogni interesse personale.

Proprio queste caratteristiche hanno indotto l’Interact ad affrontare il tema del cyberbullismo, una piaga che tanti giovani e ragazzi sentono sulla propria pelle. Una proposta raccolta dall’Ufficio Scolastico Territoriale, la cui dirigente Patrizia Graziani, anch’essa socio del Rotary, ha sottolineato l’attenzione costante che il mondo della scuola pone a un fenomeno preoccupante, che trasforma strumenti di sicura utilità come gli smartphone in potenziali armi in grado di colpire in modo subdolo e profondo chi ne rimane vittima.

Pietro Giannini, Governatore del Distrett0 2042, si è rivolto alla platea degli studenti richiamando il ruolo che il Rotary svolge nella società e l’impegno profuso a livello mondiale nelle grandi campagne a favore dell’umanità. Il coraggio di affrontare un tema delicato come il cyberbullismo, per iniziativa dei giovani dell’Interact, dimostra la sensibilità alle questioni di interesse sociale e la volontà di aiutare a creare consapevolezza e senso di responsabilità nelle nuove generazioni.

Il lungo e articolato intervento del gen. Garofano è stato seguito con livello di attenzione e partecipazione culminato nelle domande che alcuni studenti, nella parte conclusiva del seminario, gli hanno rivolto. Una su tutte (cosa posso fare se un amico o compagno di scuola confida di essere vittima di cyberbullismo?) riflette il senso di coinvolgimento e la preoccupazione dei giovani.

Un ragazzo su cinque ammette di essere vittima di bullismo in senso lato, per di più a scuola, poi per strada e poi su internet; tra i 14 e 17 anni ne sono vittime due ragazzi su cinque. Ma 1 su 3 non ne parla con nessuno, per vergogna o in attesa di porre in atto la vendetta. Il cyberbullismo dilaga perché viene attuato attraverso sms, mms, email, calls ovvero chiamate diffamatorie, intidimazioni e offese in chat, istant message (insulti e offese medianti sistemi di comunicazione istantanei), siti web dove vengono rivelate informazioni personali e divulgati immagini e video compromettenti. Si arriva poi alla denigrazione, volta a danneggiare la reputazione di una persona, perpetrata anche attraverso il furto d’identità, e al cyberstalking, ovvero l’invio ripetuto di messaggi intimidatori contenenti minacce e offese.

La connessione costante a internet accresce i rischi e i social network – come ha sottolineato il gen. Garofano – possono rivelarsi una trappola. Secondo una recente indagine, il 17% dei ragazzi dichiara di non riuscire a staccarsi da smartphone e social, 1 su 4 è sempre online e la metà si connette più volte al giorno. Addirittura 1 su 5 è afflitto da wamping, cioè si sveglia durante la notte per controllare i messaggi ricevuti sul proprio c cellulare, e 4 su 5 chattano continuamente su Whatsapp. Lunga anche la lista dei reati che si possono commettere in rete: sostituzione di persona, diffamazione, pornografia minorile, violenza privata, minacce, atti persecutori, molestie, violazione della privacy. Il gen. Garofano ha ricordato che, con il motto “Facciamo rete per un web sicuro”, sono in corso iniziative concrete per contrastare il fenomeno: il DDL 1261 contiene disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.

“Si tratta dunque di stabilire, alimentare e promuovere vere relazioni con i figli/studenti, consolidandone l’autostima, gratificandoli rispetto all’impegno profuso negli studi, nello sport o per azioni di volontariato, e chiarendo che il loro valore non è legato al numero di amici virtuali – ha sottolineato il gen. Garofano – Occorre spiegare loro gli aspetti positivi e le enormi possibilità della rete, ma anche i numerosi rischi che si corrono considerando che la rete è un universo senza controllo e senza censura e che messaggi e post sono per sempre,

dichiarandosi pronti a offrire consigli rispetto a situazioni che presentino atteggiamenti denigratori o episodi spiacevoli legati a immagini o frasi che destano preoccupazione”.

Le presenze rotariane al seminario: Gaetano Briolini, prefetto distrettuale e socio del R.C. Bergamo Città Alta; Giuseppe Pezzoli, presidente R.C. Dalmine Centenario con Antonia Cattaneo, presidente commissione azione giovanile; Alessandra Vaccher, segretaria R.C. Bergamo Città Alta e Bergamo Nord; Maria Grazia Magni, consorte di Marco Bertoli, presidente R.C. Bergamo Città Alta; Chiara Tiraboschi e Laura Psaila, soci dell’Interact Club Bergamo; Eugenio Sorrentino, past president del R.C. Dalmine Centenario e il socio del Gian Battista Gualdi.

Un particolare ringraziamento a Davide Maggioni, studente al 5° anno dell’Itis Paleocapa, che si è adoperato come tecnico audio, a Matteo Locatelli, che ha supervisionato le luci in sala, a Gianbattista Gualdi e Lorenzo Maria Manchi per le riprese video.

 

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