Il socio Gianluca Platania, con studio notarile a Bergamo, ha svolto una interessante relazione sul Patto di Famiglia, uno strumento agevolato e sicuro per il passaggio generazionale dell’impresa. In Italia su quasi 4 milioni e mezzo di imprese, il 99,9% sono micro, piccole o medie imprese. Di queste realtà imprenditoriali quasi il 92% sono di tipo familiare, il 55% hanno al vertice imprenditori di età superiore ai 60 anni. In un tessuto imprenditoriale come quello italiano caratterizzato da un elevato numero di piccole e medie imprese di tipo familiare, e rispetto alle quali si erge la figura del “fondatore”, ad un certo punto giunge il momento in cui bisogna selezionare tra i propri familiari chi sia il più dotato ed interessato nella continuazione dell’impresa di famiglia ed al quale quindi affidare la leaderschip della stessa, tutelando allo stesso tempo le legittime aspettative degli atri eredi. 80.000 imprenditori ogni anno sono coinvolti nel passaggio generazionale della propria impresa. I dati sul passaggio generazionale non sono però confortanti: il 50% delle imprese di tipo familiare scompare alla seconda generazione; solo il 30% supera la terza generazione; si assiste alla disgregazione dell’impresa familiare e all’acquisizione da parte di altre mani, italiane o straniere. Le possibili causa sono da ricondurre a divieto assoluto dei patti successori, possibilità di mutare in qualunque momento la volontà testamentaria, quota disponibile ridotta rispetto alle quote di legittima riconosciute dalla legge, rigorosi meccanismi di tutela dei legittimari all’apertura della successione, ritrosia dell’imprenditore nell’abbandonare in vita il comando della propria impresa, procrastinando così il più possibile nel tempo il passaggio generazionale.
La soluzione più immediata, semplice e praticata per attuare in vita un passaggio generazionale è da sempre quella delle donazioni. Tuttavia le donazioni sono esposte alla morte del donante ai seguenti meccanismi:
Collazione: istituto in base al quale i figli legittimi e naturali del de cuius ed i loro discendenti legittimi e naturali, nonché il coniuge, che abbiano accettato l’eredità, devono conferire nell’asse ereditario quanto ricevuto in vita per donazione
Riduzione: azione esercitata dai legittimari per ottenere la reintegrazione della legittima mediante riduzione non solo delle disposizioni testamentarie lesive ma anche delle donazioni in vita del de cuius; si può rinunciare ad essa solo dopo la morte del titolare del patrimonio donato o lasciato per testamento, mentre una rinuncia esercitata prima è nulla
Riunione fittizia: operazione con la quale si determina l’ammontare della quota disponibile, sommando tutti i beni lasciati al tempo della morte con quelli di cui il de cuius abbia disposto in vita con donazione, e sottraendo da tale massa i debiti. Il valore dei beni, compreso quelli donati, deve essere considerato con riferimento al momento dell’apertura della successione, e non dell’atto di donazione, azzerando così eventuali miglioramenti realizzati dal beneficiario.
La donazione non permette di “chiudere la partita”, lasciando tutto incerto sino all’apertura della successione, specie nel caso di un sensibile aumento del valore dell’azienda determinato dalle capacità soggettive del beneficiario visto che il valore della stessa andrà comunque calcolato alla morte del donante. Una soluzione potrebbe essere quella di una donazione per quote seguita da divisione. Tizio, padre di Caio e Caia e marito di Sempronia, è titolare dell’azienda “Beta” e di due immobili. Vorrebbe attribuire l’azienda “Beta” a Caio e soddisfare gli altri suoi legittimari con i due immobili. In questo caso Tizio potrebbe donare tutti i beni ai tre legittimari per quote che rispettino la loro legittima, procedendosi subito dopo a divisione tra i legittimari con attribuzione dell’azienda a Caio e degli immobili agli altri. Con la legge n. 55 del 14 febbraio 2006, viene introdotto in Italia l’istituto del Patto di famiglia disciplinato nel codice civile dagli articoli che vanno dal 768-bis al 768-octies
Scopo dichiarato del Patto di Famiglia è consentire all’imprenditore di scegliere, nell’ambito della propria famiglia, la persona più adatta nella continuazione dell’impresa e trasferirgli la sua titolarità e gestione; assicurare, con il consenso di tutti, un subentro che non esponga il prescelto a rischi di rivendicazione da parte degli altri familiari all’apertura della successione dell’imprenditore; scongiurare un depauperamento a carico degli altri potenziali legittimari o comunque una lesione della loro quota legittima.
In sostanza, il Patto di Famiglia è un contratto finalizzato ad assicurare il passaggio generazionale dell’impresa in sicurezza con l’intervento condiviso di tutti i legittimari all’atto che vengono compensati. Qualunque imprenditore può utilizzarlo, ma al patto di famiglia deve partecipare l’intera compagine familiare dell’imprenditore. La funzione del Patto di Famiglia è quella di permettere, in deroga ai meccanismi successori della collazione, riduzione e riunione fittizia, il passaggio generazionale dell’impresa. Per tale ragione, ed al fine di evitare che con lo stesso si incorra nel reato di contratto in frode alla legge, si ritiene che le partecipazioni debbano permettere al beneficiario di continuare nella gestione dell’impresa e non possano invece essere trasferite con il patto di famiglia piccole partecipazioni societarie espressioni di mero investimento
Con il Patto di Famiglia non si vuole favorire quantitativamente un soggetto (assegnatario) rispetto agli altri legittimari (non assegnatari). Si vuole solo trasferire un determinato bene (azienda o partecipazioni) a chi si ritenuto il più adatto (e/o più interessato) a riceverlo, con uno strumento certo, sicuro ed inattaccabile nel futuro, ed allo stesso tempo soddisfare anche gli altri legittimari con diversi beni, in modo da regolare da subito l’assetto divisionale immaginato dall’imprenditore dopo la propria morte. Inoltre, la rinuncia alla quota di liquidazione spettante sul valore dell’azienda non significa rinuncia all’eredità. Chi rinuncia compie una liberalità indiretta in favore dell’assegnatario (da considerare in sede di successione del rinunciante. Il Notaio Gianluca Platania ha concluso la sua relazione ripassando le regole, la casistica e i profili fiscali.
INTERACT CLUB BERGAMO PER LA PEDIATRIA DELL’OSPEDALE PAPA GIOVANNI XXIII
Sabato 17 dicembre 2016 – ore 10:30 – Hospital Street
Magie di Carta

Spettacolo di Oreste Castagna di Rai Yo-Yo
con
Benedetta e Daniela di Format Teatro
le bolle di Marcello Loiacono
i giochi di magia di Gianbattista Gualdi
Interact Club Bergamo ha promosso in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo e i Rotary Club padrini (Dalmine Centenario, Bergamo Città Alta e Bergamo Nord) una serie di iniziative a favore dei pazienti pediatrici ricoverati nei reparti per periodi di cura. In vista delle festività natalizie, sabato 17 dicembre alle ore 10:30 nell’area hospital street del nosocomio si terrà lo spettacolo dal titolo “Magie di carta”, che vedrà protagonista Oreste Castagna, celebre attore e regista di Rai Yo-Yo e socio del Rotary Club Dalmine Centenario, attorniato da Benedetta e Daniela di Format Teatro, Marcello Loiacono con le bolle di sapone e Gianbattista Gualdi con i giochi di magia. Un’ora di spettacolo per allietare i piccoli pazienti e con essi tutti i bambini che vorranno condividere momenti di svago e allegria. Lo spettacolo sarà registrato per consentire ai responsabili dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di riproporlo periodicamente a chi trascorre un periodo di ricovero nei reparti pediatrici. Nei giorni e settimane successivi sarà Gianbattista Gualdi, anch’egli socio del R.C. Dalmine Centenario, a recarsi nei reparti insieme ai soci Interact per proporre giochi di magia.