E’ iniziato in trasferta il calendario delle attività del R.C. Dalmine Centenario, che si è dato appuntamento mercoledì 13 settembre all’auditorium Parenzan dell’Ospedale Giovanni XXIII, condividendo l’evento promosso dal Rotary Clyb Hospital One GXXIII che ha scelto il tema “Innovare per il futuro” per aprire la serie di appuntamenti dopo la pausa estiva, chiamando a intervenire protagonisti della cultura e del cambiamento, per testimoniare come l’innovazione sia il migliore investimento possibile e dettarne le ragioni e opportunità. Invitati Ferruccio De Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore, gli imprenditori Maurizio Radici, amministratore di Radici Group, e Daniela Gennaro Guadalupi, presidente di Vin Service, il prof. Alberto Castoldi, già rettore dell’Università di Bergamo, mons Giulio Della Vite, segretario generale Diocesi e Curia di Bergamo, e Carlo Nicora, direttore generale Ospedale Papa Giovanni XXIII. I lavori sono stati introdotti da Roberto Dodesini, presidente del R.C. Hospital One G23, il quale ha sottolineato il ruolo del Rotary e l’attenzione che esso presta agli aspetti sociali e professionali, in particolare la presenza di un club all’interno di un ospedale che rappresenta di per sé una innovazione nel modello rotariano. In veste di moderatore Eugenio Sorrentino, del R.C. Dalmine Centenario che ha condiviso la serata in interclub, ricordando come il termine Innovazione ha una radice latina ed è sinonimo di “nuova idea” – “invenzione”, e sia passato più di un secolo da quando l’economista Joseph Schumpeter ha descritto il concetto di “innovazione” nella sua “Teoria dello sviluppo economico” come “l’imposizione di un cambiamento tecnico o organizzativo anche per via della sua invenzione”.
Abbiamo tutti consapevolezza che da molti anni le innovazioni non si limitano allo sviluppo di prodotti e servizi, come pure che innovare sia un investimento imprescindibile per garantire continuità e competitività guardando al futuro. Lo ha riconosciuto Ferruccio De Bortoli, il quale ha richiamato gli esempi più evidenti dei fenomeni innovativi, osservando come la presenza dei social avrebbe fatto raccontare in modo ben diverso l’11 settembre 2001, ma sottolineando anche la preoccupazione che accompagna le tecnologie più avanzate circa la possibilità di vedere soppresse o sostituite attività lavorative e professionali. D’altronde – ha osservato De Bortoli – la metà delle attuali professioni non esisteva 30 anni fa. E giorno dopo giorno le cronache raccontano di robot che si propongono prepotentemente alla ribalta per mansioni forse ben fatte, ma che non possono certamente sostituire l’umanità che dovrebbe accompagnarle.
De Bortoli si è spinto nel futuro prefigurando un taxi volante che arriva a caricare il cliente davanti alla finestra dello studio o dell’abitazione. Una proiezione per certi versi inquietante per lo scenario che l’accompagna. Ma ci sarà sempre un’idea e una coscienza che sostiene ogni innovazione, insieme a ciò che la motiva. Due importanti testimonianze hanno fatto capire come l’innovazione sia la chiave del successo. Quella di Maurizio Radici, che con i fratelli Angelo e Paolo condivide la guida del gruppo omonimo, uno dei più affermati produttori di materie prime a livello internazionale nel settore delle fibre sintetiche, dei materiali plastici e know-how chimico. Una multinazionale tutta italiana, con 3.000 dipendenti, che ha mantenuto la sua sede nelle valli bergamasche da cui, oltre 75 anni fa, tutto ha avuto origine. A seguire, Daniela Gennaro Guadalupi, che guida l’azienda Vin Service, leader mondiale nella produzione di impianti per la spillatura delle bevande, che ha tagliato da poco il traguardo dei 40 anni di attività. Tutto è nato da un’idea semplice, affermatasi rapidamente. Ma per conquistare e consolidare posizioni di mercato sempre più ampie si è affidata in modo convinto a ricerca e sviluppo che ha permesso di introdurre prodotti molto innovativi. ù
Volutamente e realisticamente fuori dal coro il prof. Alberto Castoldi, il quale ha messo a nudo la difficoltà che il mondo dell’università affronta nel promuovere ricerca e innovazione. E decisamente originale l’interpretazione data da mons. Giulio Dellavite, chiamato a toccare le corde dell’etica, il quale ha fatto ricorso al significato delle parole in bergamasco per paragonarli ad alcuni dei più diffusi e ricorrenti termini in uso nel linguaggio dell’economia. Infine, il dott. Carlo Nicora ha spiegato quale significato assume l’innovazione nel contesto ospedaliero. L’innovazione in sanità può consentire di dimezzare i tempi, rendere le procedure meno traumatiche, rendere più semplice ciò che prima era complesso; ma anche portare fama al medico che l’abbia sviluppata o successo all’azienda che l’ha realizzata; inoltre può ridurne le limitazioni (protesi cocleari, cardiache, ortopediche), mentre occorre interrogarsi sull’impiego dei farmaci innovativi e dei dispositivi più avanzati da applicare ai pazienti, che devono supportare in modo appropriato il percorso delle cure cliniche. (a cura di Federica Sorrentino)
L’incontro a tavola
Una lunga sosta al tavolo dei libri, per firmare le copie di “Poteri forti (o quasi)”,ultima fatica letteraria di Ferruccio De Bortoli che raccoglie 40 anni di giornalismo, ha preceduto la conviviale al ristorante La Marianna, dove l’ospite ha risposto alle domande sulle sue esperienze professionali e su alcuni temi toccati nei diversi capitoli.
Prossimo appuntamento: Fuoriporta alla Torre del Sole
Giovedì 21 settembre il Rotary Club Dalmine Centenario dà appuntamento a soci e loro ospiti alla Torre del Sole di Brembate Sopra per un fuoriporta tra stelle e pianeti. Dopo un apericena fissato alle 19:30, a partire dalle 21 la visita al parco astronomico che offre un approccio innovativo sviluppato attraverso numerose chiavi di lettura, che vede coinvolti oltre alle meraviglie dell’Universo anche aspetti legati alla sfera umanistica e artistica. L’elemento principale del Centro è naturalmente costituito dalla preesistente struttura del vecchio bacino pensile, al quale sono state apportate le modifiche atte ad accogliere al suo interno il nuovo telescopio con la propria cupola. Una seconda torre, interamente d’acciaio, si erge accanto alla prima, ospitando l’ascensore panoramico e la scala di servizio che, con i suoi 142 gradini, conduce alla sommità della costruzione. Da qui, grazie a una passerella aerea, si può accedere all’osservatorio astronomico, oltre che godere di una eccezionale vista che spazia per quasi 20 chilometri. Alla base della vecchia torre è stato ricavato un laboratorio eliofisico, nel quale la radiazione solare giunge verticalmente attraverso l’originario pozzo mediante un classico eliostato a tre specchi installato nella cupola. Nell’interrato, alla base delle due torri, è stata ricavata una modernissima sala conferenze capace di 120 posti a sedere, dalla quale si ha diretto accesso al planetario, con cupola da otto metri di diametro.