Mai ci saremmo aspettati di dover usare il passato per parlare di Pietro Giannini, il nostro Governatore. Ci eravamo abituati ai suoi richiami ai princìpi del Rotary, a fare bene il Bene, a mettere da parte gli individualismi per concentrarsi sull’Azione. “Tra pochi mesi tornerò a essere un semplice socio” – aveva proferito nel marzo scorso a margine di un seminario promosso dai giovani dell’Interact sul delicato tema del cyberbullismo. Lui che ai giovani credeva in modo particolare e aveva spinto i Gruppi Orobici a sostenere il Festival Bergamo Scienza per contribuire alla crescita culturale del territorio e soprattutto delle nuove generazioni. Pietro amava il fare, voleva constatare il risultato, pareva burbero, ma aveva un cuore esageratamente aperto e credeva nell’amicizia. Al punto da scegliere di farsi ricordare com’è sempre stato, con la sua figura austera, la battuta pronta, il piglio severo che sveglia la coscienza. Un monito di Pietro era un invito allo scatto in avanti; le bacchettate solevano effetto. Da Governatore ha voluto essere come un padre che lascia fare ma non perde di vista. Pietro non pretendeva di piacere a tutti, ma si dava con generosità ed entusiasmo, tenendo quasi sempre accanto a sé la sua Sissi. Quando lei non c’era, lecito chiedersi perché non gli fosse accanto.

Pietro guardava oltre, preoccupato di consolidare il presente per lanciare il futuro. Per superare il senso di vuoto che egli ha lasciato non resta che richiamare i suoi discorsi. Celebreremo il suo congresso pensando che l’incompiuto è stato già tracciato. A noi il compito di continuare la missione del Rotary. Piccole grandi azioni, propositi da realizzare in un tempo breve o più lungo, la banca del tempo da arricchire e la famiglia rotariana da allargare con persone scevre dagli interessi e armate di buona volontà. Noi ci siamo. E Pietro pure, sempre.

Eugenio Sorrentino

 

 

Federico “Friedel” Elzi, uno dei nostri past president, ha mantenuto l’impegno preso con Pietro Giannini all’inizio dell’anno rotariano 2016-2017 fondando un nuovo club orobico, espressione della volontà distrettuale e degli obiettivi del Governatore. Ecco la sua testimonianza, a ricordo del rapporto di amicizia e collaborazione con Pietro Giannini, al quale ha inteso rivolgersi per un messaggio al presente.

Eravamo abituati a sentirci spesso per via delle costanti informazioni che chiedevi per il nuovo ed ultimo Club nato, il RC Hospital 1 che hai seguito passo passo e da te definito come un sogno impossibile da realizzare in così poco tempo. Dai primi incontri agli ultimi con Sergio Moroni e il nuovo Presidente Roberto Dodesini hai sempre spinto verso il concetto del nuovo modo di fare Rotary e tutti ti abbiamo seguito su questa strada ! Ricordo il messaggio di quella mattina e poi la telefonata, in cui ci informavi che eri in Ospedale per fare una gastroscopia ….! Dopo 10 minuti è arrivato Dodesini, il quale ti ha seguito fino alla fine! Sapemmo subito delle tue condizioni, ma eravamo consapevoli che eri un leone e un combattente, e sia al telefono che per sms ci tenevi informati del tuo procedere! Non avevi perso il tuo gusto di fare ironia, quando scrivesti sono al cinema; solo dopo, al telefono, mi dicesti che stavi guardando il film della tua vita. E così hai fatto !
Avrei molto da dire, ci conosciamo da ben 40 anni, per lavoro e poi per il Rotary, e mi sei sempre stato vicino. Difficile dimenticarti con la tua Sissi al tavolo anche solo le ultime volte !
Non ti dimenticheremo Pietro, noi di sicuro ti avremo sempre nel cuore per tutte le battaglie fatte e anche vinte! Buon viaggio Pietro, sarai per sempre al nostro fianco e nei nostri ricordi con lo spirito toscano che ti ha sempre contraddistinto
!”

Un rapporto magico

Gian Battista Gualdi è uno dei soci giovani del nostro Rotary. Lui, in breve tempo, è rimasto affascinato dal mondo rotariano e dalle figure che lo rappresentano. Una su tutte, quella di Pietro Giannini.

“Pietro non era solo il governatore ma l’uomo gentile che voleva passare a noi tutta la sua esperienza e la sua conoscenza. Un amico vero. Spesso riuscivamo a farci arrossire a vicenda. La prima volta che lo conobbi venni presentato e io, da persona rispettosa quale sono, usai il classico “Lei”: è così che si fa con le persone importanti! Lui delicatamente mi ammonì dicendomi subito che nel Rotary non c’erano gerarchie e mi pregò per il futuro di chiamarlo Pietro. Durante i suoi incontri davanti a immense platee, imperterrito come pochi, a un certo punto del suo coinvolgente discorso, citava la newsletter che aveva ricevuto da me e, se ero presente, mi ringraziava davanti a tutti. Trovava sempre delle parole appropriate e divertenti per spiegare la metafora contenuta nella newsletter. Mi ricorderò sempre quando Pietro ha citato la mia news sulle “mutandine”. Mi auguro che grazie a questa news Pietro abbia avuto la giusta intuizione. Secondo me l’ha avuta. Pietro, so che tu ci puoi vedere e vorrei che tu sapessi che in tutti noi hai lasciato un grande esempio come uomo e come maestro, con particolare classe ed eleganza. Grazie per averci insegnato come si progetta il futuro in questo mondo”.

 

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