Diritto d’autore: SIAE vs. SOUNDREEF

Il nostro club ha ospitato il 30 marzo un relatore di eccezione per affrontare il tema dei diritti d’autore. L’avv. Andrea Maria Mazzaro, .vice-presidente del consiglio di amministrazione di APA-Associazione Professionisti d’Affari (di cui è stato presidente nel quinquennio 2011-2016), è famoso per essere l’autore de ‘Il caso Napster – la musica online’, pubblicato nel 2005, ed è membro del comitato scientifico di Medialaws. Egli ha affrontato il tema della battaglia tra SIAE e SOUNDREEF. Com’è noto, il caso dei diritti d’autore è arrivato all’ultima edizione del festival di Sanremo, dove cinque musicisti in gara, da Gigi D’Alessio a Maurizio Fabrizio, hanno affidato la gestione delle royalty alla startup innovativa che ha chiesto i relativi pagamenti, mentre la Società autori difende il monopolio. Il colosso Siae contro la startup Soundreef, che apre una disputa su chi debba negoziare le licenze e incassare i relativi diritti, destinata ad allargarsi alle radio e alle televisioni. Da mesi Soundreef, che opera attraverso una società di diritto inglese, lotta per far riconoscere la propria attività in Italia.
La direttiva europea Barnier prescrive la libertà per gli artisti di scegliere a chi affidare la gestione dei diritti, ma la delega di recepimento approvata con enorme ritardo (e relativa procedura di infrazione) dal Parlamento, trasformata in decreto dal governo e ora di nuovo all’attenzione delle Camere, salvaguarda la storica azienda Siae, che ribadisce di essere l’unica titolata a rilasciare licenze sul territorio italiano, come previsto dall’esclusiva del 1941. Della bozza scritta dal governo, Siae e Soundreef danno un’interpretazione opposta. Secondo la startup il testo le dà di fatto il via libera a trattare con gli utilizzatori, radio e televisioni, le licenze sul proprio repertorio. Secondo la Società autori ed editori invece il mantenimento del monopolio significa che sul territorio italiano Siae è l’unico soggetto autorizzato a rilasciare le licenze agli utilizzatori e che per le altre società l’unico modo di operare è affidarle un mandato. Cosa che Soundreef non ha intenzione di fare. Insomma, un vero e proprio caos legale.

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