Ott 29, 2025 | news, periodico
Il 23 Ottobre il Club Dalmine Centenario con il Club satellite di Orio International ha potuto ascoltare dalla voce autorevole dell’amico ,attuale Presidente del Rotary club di Treviglio, la storia del grande progetto partito da club di Treviglio per combattere la poliomelite nel mondo.Progetto che partito da una piccola cittadina bergamascaha reso grande il Rotary nel mondo . (altro…)
Ott 29, 2025 | periodico
Il giorno 16 Ottobre 2025 il Club Rotary Dalmine Centenario con alcuni ospiti anche giovanissimi,nell’ambito della manifestazione di Bergamoscienza che si è svolta dal 06 al 18 Ottobre 2025 ha organizzato una serata dedicata a tutti i rotariani dei club bergamaschi e alle loro famiglie,riguardante la Sicurezza Stradale.Un progetto che vede coinvolto con passione il nostro emerito socio Dott.Roberto Lodovici .Negli anni il numero degli incidenti stradali è aumentato in modo abnorme,causa principale lo stato di ebrezza e l’uso di droghe.Il nostro socio ci ha incitato a partecipare con i nostri amici e parenti anche e soprattutto di giovane età,nella consapevolezza che visti i gravi rischi che si corrono andando in auto non in perfette condizioni fisiche ,li porta al coinvolgimento di incidenti stradali in cui mettono in pericolo la loro vita e quella degli altri.
Abbiamo avuto a disposizione sei percorsi incentrati sulla prevenzione degli incidenti e sulla sicurezza stradale più in generale. Si è potuto utilizzare un simulatore auto che per l’evento è stato fornito direttamente dal nostro club e un simulatore moto.
Inoltre abbiamo potuto utilizzare degli specifici occhiali che ci hanno fatto vedere l’ambiente circostante come fossimo in stato di ebrezza e tossicità. Il tutto per capire e renderci conto dei pericoli di una guida in queste particolari condizioni. Ci hanno accompagnato in questi percorsi anche due collaboratori della Polizia Stradale e in particolare il Comandate nonché socio del nostro Club il Rotary Dalmine Centenario, il dott. Mauro Livolsi. Il tutto si è concluso con l’intervento del Dott. Andrea Noventa e dello stesso Comandante della polizia stradale di Bergamo i quali ci hanno intrattenuto evidenziandoci con il supporto di alcuni filmati, di quanto sia ancora poco sentita tra la cittadinanza la percezione della gravita relativa alle conseguenza procurate dagli incidenti stradali e alle ricadute su tutti noi.
La serata è stata realizzata in collaborazione con L’associazione Atena,da sempre attenta ai temi della dipendenza ed hai rischi che ne conseguono.La Presidente dell’associazione Atena ,Dott.Paola Pesenti Bolognini presente alla serata ci ha spiegato il loro impegno in questo delicato settore.Presente anche l’Avv.Lucrezia Martino che ci ha accompagnato nel percorso didattico della serata.
E’ bene ricordare che al di là della splendida serata qui enunciata, questo service denominato Facciamo sicurezza stradale è stato allestito all’interno del Festival di Bergamoscienza e che ha visto coinvolti in queste due settimane circa 400 persone tra studenti di scuola media e scuole superiori, insegnanti, formatori e rotariani nell’utilizzo di questi sei percorsi formativi, il tutto coadiuvati dai volontari di diverse associazioni.
È stata una serata molto interessante in cui abbiamo imparato molto. Abbiamo potuto attenzionare i nostri giovani accompagnatori e spiegargli le regole della buona convivenza stradale e degli impegni verso se stessi e la società,così da non mettere in atto comportamenti che possono sembrare innocui ( bere in compagnia degli amici ), ma che se non controllati diventano mortali. Ringrazio moltissimo a nome personale e di tutto il Club Roberto per questa opportunità e per avermi aiutato a redarre il bollettino.
Anche questo mese ,con vero piacere potrete leggere la lettera che il nostro Governatore ci ha inviato ,troverete spunti per importanti riflessioni .Buona lettura
Cari Amici Rotariani,
ottobre ci invita a porre al centro del nostro impegno rotariano uno degli ambiti più concreti e trasformativi della nostra azione: lo sviluppo economico e comunitario. In un tempo segnato da incertezze globali, polarizzazioni sociali e crisi ambientali, il Rotary ha l’opportunità – e la responsabilità – di contribuire alla costruzione di economie più giuste, sostenibili e inclusive.
Il nostro Distretto, ricco di competenze imprenditoriali, tecniche e culturali, è un laboratorio ideale per promuovere progetti che uniscano etica e innovazione. L’azione rotariana può generare impatto reale: sostenendo le microimprese, formando giovani all’autoimprenditorialità, accompagnando comunità locali verso modelli di crescita equa e partecipativa.
Sviluppo economico non significa solo crescita del reddito, ma potenziamento della dignità umana, delle relazioni e dell’autonomia.
In questo senso, trovo particolarmente ispirante la riflessione del Premio Nobel Amartya Sen: «lo sviluppo va inteso come espansione delle “capacità” delle persone, ovvero della loro libertà reale di essere e di fare ciò che hanno motivo di valorizzare. Non basta creare ricchezza: bisogna creare contesti in cui le persone possano svilupparsi, partecipare, scegliere».
Questa è la visione che il Rotary può sostenere, agendo con concretezza e lungimiranza.
Come ben espresso nel Piano Strategico Distrettuale, il Rotary deve agire come motore di cambiamento sociale, valorizzando il capitale umano e costruendo alleanze virtuose con enti locali, università, fondazioni e mondo del lavoro. La promozione di economie comunitarie, circolari, resilienti rappresenta una sfida culturale prima ancora che tecnica: serve uno sguardo capace di coniugare l’efficienza con la cura, l’innovazione con la solidarietà.
Mi torna alla mente una scena del film L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, ambientato nell’Appennino emiliano durante la Seconda guerra mondiale. In un contesto di privazioni estreme, una bambina muta osserva la comunità che, nonostante tutto, continua a costruire, a seminare, a condividere il pane. In quel silenzio pieno di senso, si coglie la forza dell’economia come gesto quotidiano di speranza e ricostruzione. Così anche noi, nel nostro servizio, siamo chiamati a essere costruttori pazienti di comunità.
A conferma di questo spirito, le parole di Elsa Morante risuonano potenti: «La speranza è un obbligo, non un lusso. E la salvezza del mondo non può essere delegata a nessuno: ci riguarda tutti». Una visione che ci chiama all’azione, come individui e come comunità.
Progetti come orti urbani, spazi di coworking solidale, incubatori per giovani donne imprenditrici, mercatini inclusivi o microcredito etico non sono utopie, ma pratiche già in corso in vari Club del Distretto. Vi invito a conoscerle, a collaborare, a farne modello replicabile.
In questo mese, vi propongo di organizzare incontri con realtà produttive virtuose del territorio, con cooperative sociali, con giovani innovatori. Diamo voce a chi ogni giorno costruisce lavoro dignitoso, sviluppo sostenibile, coesione. E cerchiamo con loro nuovi modi per essere “di ispirazione” nelle nostre comunità.
Cari amici, la missione del Rotary non è solo servire: è trasformare. E non c’è trasformazione senza giustizia economica e coesione sociale. Che il mese di ottobre ci trovi dunque attivi, aperti e lungimiranti nel progettare il bene comune.
Con stima e amicizia,
Stefano Artese
Governatore a.r 2025-2026
Distretto 2042 RI
Ott 14, 2025 | periodico
Il giorno 25 Settembre 2025 il Presidente del Rotary club Città Alta ha organizzato una serata InterClub in condivisione con il nostro Club ,con il Rotary Club Bergamo Hospital 1 e il Club Inner Wheel ( mogli o figlie di Rotariani)con ospite relatore il Prof. Giuseppe Remuzzi che dal 2018 riveste la carica di Direttore dell’Istituto Mario Negri, nonché nefrologo e ricercatore scientifico di fama internazionale e recente autore del libro “Dove comincia l’uomo”.La serata ha preso il titolo del suddetto libro.
Di seguito riporto l’articolo scritto egregiamente da Aldo Angeletti, socio del Club Rotary Città Alta
Nell’insolita location del ristorante “Angolo con Vista” all’ultimo piano del ChorusLife (splendida vista di Città Alta al tramonto con tanto di spicchio di Luna) in un dialogo con il giornalista e divulgatore scientifico Giovanni Caprara, il professor Giuseppe Remuzzi ci guida in un viaggio attraverso milioni di anni di storia umana, dall’Africa di sei milioni di anni fa ai Sapiens moderni, intrecciando scoperte scientifiche, migrazioni, incroci genetici traNeanderthal e Denisovani, episodi di vita quotidiana dei nostri antenati e riflessioni sul futuro della nostra specie per comprendere come la sopravvivenza e l’evoluzione siano state possibili grazie al fondamentale contributo di linguaggio, cooperazione e altruismo.
Remuzzi porta esempi affascinanti: immaginate un ragazzo di circa 31.000 anni fa, in un villaggio del Borneo, tra foreste e fiumi, che perde una gamba a causa di un incidente o di una malattia. In un’epoca senza anestesia, senza strumenti chirurgici sterili, senza ospedali, sopravvivere a una simile ferita potrebbe sembrare impossibile. Eppure, qualcuno, un membro del gruppo, decide di prendersi cura di lui. Sa dove incidere la carne, come evitare i nervi e i vasi sanguigni principali, e quale pianta usare per alleviare il dolore. Sa anche come prevenire infezioni, pulire la ferita ogni giorno e sorvegliare la guarigione. Il ragazzo vive ancora ben nove anni dopo l’amputazione. Questo episodio, ricostruito grazie ad un ritrovamento, non è solo una prova di competenza medica: è una dimostrazione straordinaria di altruismo. Qualcuno mette la vita di un altro al centro, e questo gesto di cura e responsabilità diventa la chiave della sopravvivenza del gruppo.La stessa combinazione di altruismo e cooperazione emerge nella caccia ai grandi animali. Nei pressi di un lago vicino a Berlino, i Neanderthal riescono a cacciare settanta elefanti giganti, sufficienti a sfamare 350 persone per una settimana. Ogni dettaglio è pianificato: uomini che comunicano tra loro, distribuiscono ruoli, coordinano strategie e macellano con precisione ogni osso. È evidente che nessun animale avrebbe potuto fare lo stesso. Qui, cooperazione, linguaggio e organizzazione diventano strumenti evolutivi essenziali. Non si tratta solo di sopravvivere: è la capacità di condividere risorse, trasmettere conoscenze e pianificare il futuro che ha reso possibile la prosperità dei Sapiens.
Il prof. Remuzzi, guidato dalle domande di Caprara, ci conduce poi nel mondo della genetica e della riproduzione sessuata. Le cellule, un tempo aploidi, hanno sviluppato un errore fortunato: due cellule si fondono, creando un genoma duplicato. Questa fusione ha inizialmente aumentato il rischio di mutazioni, ma ha anche permesso la combinazione di geni favorevoli e sfavorevoli, migliorando la capacità di adattamento. La riproduzione sessuata diventa un vantaggio evolutivo, una lezione che vale per tutti: dai protozoi, ai cervi fino agli umani. Parallelamente, la cultura e l’ambiente modulano l’espressione genetica attraverso l’epigenetica. Il cosiddetto DNA “non codificante”, considerato per decenni spazzatura, si è scoperto regolare l’attività del restante 2% di DNA codificante, influenzando salute, comportamento e capacità cognitive. Persino gesti come sorridere o baciarsi hanno radici profonde nella coesione sociale: comunicano informazioni,emozioni, rafforzano legami sociali e facilitano la sopravvivenza del gruppo, dimostrando che evoluzione biologica e culturale sono intimamente intrecciate.
Un tema centrale è la capacità dell’uomo di costruire nicchie, cioè modificare l’ambiente per renderlo più ospitale. Remuzzi paragona i Sapiens ai castori: entrambi costruiscono nicchie che modificano l’ambiente, migliorandolo per sé e per altre specie. Ma se i castori sono invisibili, l’uomo è una specie invasiva: il suo impatto globale è enorme, dal cambiamento climatico all’uso intensivo delle risorse. L’uomo è una specie straordinariamente invasiva, e questa consapevolezza diventa cruciale per immaginare un futuro sostenibile. La migrazione è vista come una spinta innata della specie, che ha permesso all’uomo di espandersi fuori dall’Africa e che continuerà magari anche oltre la Terra, man mano che la popolazione crescerà e le risorse diventerannolimitate. Curiosità, intelligenza e bisogno di esplorare sono tratti innati, che hanno guidato milioni di anni di espansione e sopravvivenza.Il Professore, stimolato dal nostro Presidente (Rotary Club Città Alta), esplora anche le neuroscienze e l’ingegneria genetica affrontandone anche le implicazioni etiche: oggi è possibile correggere malattie genetiche o potenziare capacità cognitive, come la memoria nei topi. Ma emergono dilemmi etici: è giusto modificare il genoma umano per aumentare capacità fisiche o mentali? Remuzzi sottolinea che la scienza fornisce strumenti, ma spetta alla società civile stabilirne l’uso. Viene sottolineata l’importanza di un approccio informato: conoscere medicina e genetica permette di affrontare l’etica con consapevolezza, evitando decisioni impulsive basate solo su paure o pregiudizi.
Non poteva mancare, in conclusione, un accenno a salute e longevità: gli esseri umani possono vivere fino a cento o centoventi anni, ma comunque gli organi si deteriorano e la vita eterna rimane un miraggio e, forse, non è necessariamente desiderabile. Ciò che conta, sottolinea, è vivere bene, prevenire malattie, curare il corpo e la mente, e usare la scienza come strumento per migliorare l’esistenza, senza perdere di vista l’etica e il senso di comunità.In questo intreccio di storia, scienza e riflessione etica, la serata si conclude con un genuino, scrosciante applauso dei presenti al Prof. Remuzzi, segno evidente del gradimento per il tema trattato in modo così affascinante dal nostro relatore.
È stata una bellissima serata in cui tutti siamo rimasti incantati da questa storia così affascinate che ci coinvolge tutti,perché siamo il prodotto dei nostri antenati.I soci del Club Dalmine C.,mi hanno espresso il loro apprezzamento per questo Inter club così ricco di notizie e per la possibilità di aver potuto rivedere e colloquiare con gli amici roariani di altri club.
Set 22, 2025 | periodico

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20 SETTEMBRE 2025
GIORNATA DEI PRESIDENTI E DELLA LEADERSHIP
Nella stupenda cornice della “ Cascina Trote Blu “a Cartabbio di Primaluna (LC)
Si è svolta una giornata di studio per imparare ad essere dei buoni Presidenti.
Vi riassumo i concetti di cui abbiamo parlato:
-Per essere dei buoni leader Rotariani dobbiamo studiare e tenerci aggiornati e conoscere le regole che animano i nostri club.
Bisogna saper ascoltare non solo gli altri, ma anche noi stessi .Entrare nei nostri pensieri per trovare l’Ispirazione per poter esprimere progetti , ma anche sapere amalgamare in modo armonioso il nostro Club.
Ricordandoci che la parola chiave di quest’anno è
“Uniti per far del bene”.
Siamo stati invitati dal Governatore Stefano Artese a lavorare sulle nostre caratteristiche personali per poi metterle a disposizione degli altri, a far risaltare i lati positivi di tutti i soci,a non lavorare in solitario ,ma a condividere idee,messaggi,unione.
Il Governatore ha posto l’accento sul titolo della giornata che è “in cordata “.
È importante saper operare come se dovessimo scalare una montagna.
Chi è esperto sa che esiste la “cordata” dove tutti aiutano tutti ,fidandosi uno degli altri con una grande complicità ,tenendo presente che è un grande lavoro di squadra, con una persona preposta a dare indicazioni perché tutto proceda nel migliore dei modi.Dobbiamo guardare ed imparare da grandi esempi del passato come
San Pietro Giorgio Frascati, fondatore del giornale “La Stampa “morto peraltro per poliomielite, uno studente piemontese che dedicò la sua vita all’aiuto dei poveri .
Nel proseguo della giornata, ci sono stati ricordate alcune incombenze
– Ogni mese il Consiglio si deve riunire, non con lo scopo di risolvere una problematica ,ma per conoscersi meglio e analizzare decisioni per servano in modo concreto al club.
-Il verbale del Consiglio deve essere messo a disposizione ,entro 30 giorni dallo svolgimento dello stesso , a tutti i soci .
-Tutti membri di un club Rotariano devono essere in possesso dello statuto e del regolamento del club .
-È auspicabile un incontro settimanalmente tra il Presidente e il Consiglio,ma anche con il Presidente e i Rotariani che lo desiderano.
-È stata posta l’attenzione all’accoglimento degli ospiti delle nostre conviviali.
Accoglienza che dovrà essere gentile e proficua, ricordiamoci che potrebbero essere dei futuri rotariani.
-Dovremo iniziare e finire le conviviali in orario.
-Dovremo redigere un bollettino che sarà messo a disposizione di tutti.
-Dovremo creare nel club una buona frequentazione ,tanto che se un socio, per un po’ di tempo dovesse mancare, sarà nostra premura chiamarlo e chiedergli come stia e come possiamo aiutarlo per partecipare in modo più attivo alla vita del Club.
-Su Ge.Ro e May Rotary dovremo controllare attentamente che ci siano inseriti i dati anagrafici di tutti i soci (sono campi obbligatori )
-Viene chiesto inoltre
di poter mappare le categorie di lavoro a cui appartengono i soci quindi ,dovremo implementare questo settore molto importante.
-È fondamentale che il Rotary si apra alle nuove generazioni
Anche se alcuni club desiderano avere dei membri più adulti,sarà nostra premura tener presente l’opportunità di inserire dei giovani che potrebbero essere travasati dai Rotaract.
-A questo proposito è molto gradita la doppia filiazione tra Rotaract e Rotary.
-Si dovrebbe ritornare a consegnare svariate Paul Harris per i soci che si sono distinti.
Le Paul Harris non è un sostitutivo del distintivo del Rotary e va indossato nelle occasioni speciali quali:la visita al Club del Governatore Distrettuale,partecipando ai Congressi ,agli incontro con il Presidente Internazionale
-Dovremo dare più spazio anche alle Inner Whell ( mogli o figlie di Rotariani)
In conclusione, sentendo anche i racconti di alcuni scalatori, abbiamo imparato che non dobbiamo trasmettere paura, ma essere leader che infondono sicurezza, non dovremmo mostrare insicurezza, ma come ci insegna la montagna ,dobbiamo guardare i nostri progetti, consapevoli che riusciremo a portarli a termine con l’aiuto dei componenti del Club.
iI nostro Governatore ha inviato a tutti i Presidenti il seguente messaggio:
Grazie carissimi tutti,per la partecipazione,l’impegno,l’aiuto e soprattutto per tutto ciò con cui contribuite alla mia formazione come uomo e rotariano..Ho sentito una grande energia positiva…il mio compito credo sia quello di promuoverla e aiutare a diffonderla…viva il nostro grande,energico,spontaneo Distretto 2042.Viva tutti noi .Con Affetto Stefano Artese
Allego anche la lettera che il nostro Governatore ci ha inviato a Settembre leggetela con grande attenzione :
Cari amici rotariani,
il mese di settembre ci chiama a riflettere su uno dei pilastri fondamentali della giustizia sociale e dello sviluppo sostenibile: l’alfabetizzazione e l’educazione di base. Senza accesso all’istruzione, milioni di persone restano escluse non solo dalle opportunità economiche, ma anche dalla piena partecipazione alla vita civile e democratica. Il Rotary, da sempre, si impegna a promuovere un mondo in cui ogni essere umano possa leggere, scrivere, comprendere e costruire con consapevolezza il proprio futuro.
Nel nostro Distretto 2042, forte di una rete di professionalità e intelligenze diffuse, l’educazione è un campo d’azione privilegiato. Le scuole, le biblioteche, i centri culturali sono territori in cui possiamo esercitare un servizio concreto e trasformativo. Lavorare al fianco di insegnanti, famiglie e amministrazioni per sostenere programmi di alfabetizzazione, laboratori didattici e supporti alla scolarizzazione è oggi più che mai un dovere etico e civico.
Il Rotary Code of Policies incoraggia lo sviluppo di iniziative educative in collaborazione con enti locali, università, organizzazioni no-profit. È in questo spirito che possiamo creare ponti fra generazioni, fra territori, fra linguaggi. Un libro donato, una lezione condivisa, un’aula riqualificata sono segni tangibili del nostro impegno.
Come affermava Marguerite Yourcenar, fondare biblioteche significa accumulare riserve contro un possibile inverno dello spirito. In un tempo segnato da disinformazione, disuguaglianza e analfabetismo funzionale, il nostro compito è urgente: dobbiamo essere seminatori di conoscenza, difensori della parola, artigiani del sapere.
Nel film Il cerchio di Jafar Panahi, ambientato in un Iran dove le donne sono sistematicamente private dei loro diritti fondamentali, l’alfabetizzazione emerge come strumento di emancipazione negato. Il silenzio che avvolge le protagoniste, la difficoltà di nominare sé stesse, diventa metafora universale di tutte le esistenze escluse. Noi rotariani, in quanto promotori del diritto alla parola e alla conoscenza, possiamo spezzare quel silenzio.
Molti club del nostro Distretto sono già protagonisti di progetti straordinari: borse di studio, doposcuola per minori fragili, supporti digitali per studenti in difficoltà. Vi invito a raccontarli, a condividerli, a metterli in rete: perché l’educazione, come la luce, si propaga. E ogni buon esempio è una scintilla.
Ricordiamoci che l’alfabetizzazione non è solo un traguardo tecnico, ma un processo umano e relazionale: implica fiducia, ascolto, inclusione. È un abbraccio culturale che ci rende più liberi e più forti. E come Rotariani, dobbiamo esserne promotori con umiltà, creatività e perseveranza.
Cari amici, che il mese di settembre ci trovi dunque impegnati a “fare la nostra parte”, con la concretezza che ci distingue e la visione che ci unisce. L’istruzione è un dono, ma anche una responsabilità. Custodiamola e moltiplichiamola insieme.
Con stima e affetto,
Stefano Artese
Governatore a.r 2025-2026
Distretto 2042 RI
Milano, 1 settembre 2025
Set 22, 2025 | periodico
11 SETTEMBRE
INTERCLUB PRESIEDUTO DA
Laura Adele Feltri e Eugenio Sorrentino, una conduzione a due mani molto proficua affinché i due club si conoscano sempre meglio e possano sviluppare una profonda e prolifica collaborazione, per service importanti .
Giovedì 11 Settembre i club Dalmine Centenario e il club satellite di Orio si sono ritrovati, dopo il rientro dalla pausa estiva, per la prima conviviale, il cui tema è stato :” Storie e curiosità dell’Aeroclub Guido Taramelli” raccontate dal suo Presidente Andrea Orsi ,nonché socio del Club Satellite.
I racconti personali, che hanno portato lo stesso a questa importante carica e alla passione del volo, si sono intrecciati alla storia ed aneddoti legati all’aeroclub.
La cui nascita è avvenuta nel 1930, il primo presidente è stato Antonio Locatelli, triplice medaglia d’oro al valor militare. Il presidente più longevo è stato Dino Sestini dal 1931 al 1970 .
Una curiosità l’attuale Ag ,del Governatore Rotary ,Guido Guidi ha ricoperto questo ruolo prima di Andrea Orsi .
In totale i presidenti a oggi sono stati nove.
Alcune notizie interessanti :
-L’aeroclub è un’associazione sportiva dilettantistica, riconosciuta dal Coni con un preciso statuto nazionale che può essere arricchito con ulteriori disposizioni dai vari aeroclub distribuiti sul territorio nazionale.
-Il Presidente lavora in forma gratuita.
-Il numero dei soci è 150 iscritti .
-Ogni anno vengono effettuati due corsi con un massimo di 20 allievi, la cui età media è intorno ai cinquant’anni ,anche se sempre più giovani decidono di approcciarsi a questa disciplina.
-Si contano 6 aeromobili a disposizione per poter solcare il cielo ,con una media di 7- 8 ore di volo giornaliere .
-Per poter pilotare un mezzo in forma privata quindi senza svolgere lavoro Aereo ,occorrono diverse abilitazioni partendo da
-100 ore a bordo aereo
-150 di volo aggiuntivo
-300 ore di teoria
-Ogni ora di lezione costa circa 200 € all’ora,quindi per poter avere il brevetto da pilota privato si devono stimare almeno 13.000 € totali.
-Nel caso si volesse fare una professione di questa passione è necessario contare altri sessioni di corsi ,come quello del volo strumentale.
-l’investimento totale ammonta più o meno a 100 mila euro o più.
-L’aeroclub di Bergamo è tra i soci fondatori di SACBO SPA, la società che gestisce l’Aeroporto di Orio al Serio della quale, anche se in quota marginale, è ancora socio. assistiamo dunque ad una pacifica convivenza ,tra questi due enti molto importanti per Bergamo ;soprattutto l’aeroporto che è al terzo posto il più grande in Italia .
-Per questo motivo nel momento stesso che si decide di decollare, bisogna avvisa immediatamente la torre di controllo dell’aeroporto per assicurarsi di non intralciare voli di linea ,già in viaggio.
A proposito di questo, Andrea ci ha raccontato la differenza con il passato quando un pilota prima si alzava in volo e solo in un secondo tempo, avvisava la torre di controllo della tratta che avrebbe percorso.
Continuando ad ascoltare la narrazione di Andrea Orsi abbiamo compreso che gli aspetti importanti per decidere di conseguire il brevetto da pilota sono:
1 il fattore tempo
2 il fattore economico.
Mentre quest’ultimo si può spalmare nel tempo, l’assiduità nel dedicare tempo al volo è importantissima!
Si pensi che ogni volta che si ferma l’addestramento, che deve essere mantenuto solitamente due volte alla settimana, si perde dimestichezza col velivolo… E visto che ,come dice Andrea ,”la sicurezza non fa sconti a nessuno “,volare con una certa costanza settimanale, è un requisito quasi fondamentale!
La passione per il volo è stata definita da Andrea come :”una passione che ti alimenta e ti divora “perché richiede accanto all’entusiasmo ,un grande impegno e dedizione .
Un’ottima metodologia ,disciplina e costanza.
Abbiamo anche appreso che Andrea ha sempre avuto in sé la passione del volo,nata dai frequenti voli per poter raggiungere il padre ,lavoratore all’estero.
L’ammirazione da parte sua per i piloti e l’affascinazione visiva per la strumentalizzazione nella cabina di pilotaggio,lo hanno sempre accompagnato fino all’età di 40 anni.
Età in cui ha deciso di conseguire il brevetto da pilota .
In conclusione cito questa bellissima frase di Andrea : “datemi un km di pista e sorvolerò il mondo” , rendendoci partecipi dell’emozione che si prova vedendo le città dall’alto.
Emozioni che potremmo provare con lui, che gentilmente si è messo a disposizione di tutti i soci Rotary, per un viaggio aereo.
Ci ha inoltre omaggiato del libro :”Cento Anni di storia aeronautica nel territorio bergamasco con i decorati dell’arma azzurra”,con una sua dedica che mi ha emozionato per la gentilezza espressa .
Volume che metterò a disposizione dei soci che lo vorranno leggere.
È stata una serata ricca di emozioni ed informazioni che hanno avvicinato tutti al meraviglioso mondo dell’aeroclub di Bergamo.
Colgo l’occasione per pubblicare con gioia due articoli che riguardano il nostro Socio sia del Club Dalmine C. che nel Club Satellite ,Alessandro Cianciaruso ceo di Aircraft Engineering Academy ;azienda di supporto per la manutenzione dei veicoli di Ryanair.Vi prego di leggerli con molta attenzione per apprezzare la grande professionalità di Alessandro,che ci permette di volare in serenità.
Da il sole 24 ore
Cianciaruso (AEA): in due anni mille posti di lavoro a Bergamo
in un settore strategico come quello dell’aeronautica, nel giro di due anni. E’ un contributo fondamentale – sia in termini di formazione di risorse umane altamente qualificate, sia in termini di impatto tanto sull’occupazione quanto sulla crescita economica del settore – quello fornito da grazie anche alla recente partnership siglata con un colosso del calibro di Ryanair. Una collaborazione che vedrà la compagnia aerea irlandese investire 10 milioni di euro destinati alla creazione, nel prossimo biennio, di 1.000 posti di lavoro, tra ingegneri e meccanici aeronautici, nel territorio di Bergamo. “L’Accademia è fondamentale. Noi in Italia siamo tra i pochissimi, se non gli unici, che possono offrire non solo un percorso formativo, ma da subito l’inserimento nel mondo del lavoro – racconta ad askanews Alessandro Cianciaruso, ceo di Aircraft Engineering Academy – . Tant’è che noi ad oggi abbiamo quasi il 100% di placement: cioè tutte le persone che entrano nella nostra Accademia, assolutamemnte vengono assunte da noi alla fine del percorso formativo. Quindi siamo un player fondamentale proprio per la formazione di questa professione che è sempre più difficile ed è sempre più richiesta dal mondo aeronautico, in Italia e in Europa. Ryanair, che è il nostro cliente principale per la parte manutazione, da quando abbiamo aperto l’Academy è diventato uno dei nostri clienti principali, se non appunto il più grande, anche per la formazione. Quindi loro manderanno il loro personale da tutta Europa a formarsi proprio qui all’Accademia di Bergamo”. Accanto al forte tasso di specializzazione, uno dei punti di forza dell’Accademia è la sua capacità di favorire inclusione sociale, garantendo così opportunità di formazione e occupazione anche a gruppi sottorappresentati. “Noi siamo aperti: operiamo con persone di tutta Europa ma non solo Europa, persone dall’India dal Pakistan. E quindi a questo siamo molto attenti – prosegue Cianciaruso -. Per quanto riguarda sottocategorie, quindi persone che magaru hanno una possibilità in rispetto ad altri di avvicinarsi a questi corsi, abbiamo da poco lanciato (e continueremo a utilizzarli) corsi fatti per persone che oggi già lavorano, magari come meccanici in officine o carozzerie. Li prendiamo noi li iniziamo ad assumere li formiamo in tempo molto breve per poter fare delle attività, limitate, sempre all’interno sempre del mondo aeronautico”. Percorsi formativi all’avanguardia, in grado di rispondere alle esigenze di un settore in continua evoluzione, proprio perchè basati sull’utilizzo di tecnologie di ultimissima generazione, a partire dall’Intelligenza artificiale. “L’evoluzione è in continua crescita. Quindi noi siamo sempre alla ricerca di tecnologie migliorative affinchè tutto il percorso, anche se sancito dalla normativa aeronautica, possa comunque essere affiancato da queste nuove tecnologie – spiega ancora il ceo di Aircraft Engineering Academy -. Proprio settimana scorsa abbiamo comunicato l’uscita del nostro primo corso fatto totalmente con l’IA: sarà un corso dedicato alla Safety Management System proprio attraverso l’utilizzo di questa nuova tecnologia. Tecnologia che vorremmo e faremo sicuramente sì che sia sempre più presente nei nostri corsi di formazione futuri”.
Da Bergamo news
Ad Azzano il vivaio dei manutentori aeronautici: “Fondamentali come i piloti, ne formiamo 250 l’anno”
Per gli studenti della Aircraft Engineering Academy la possibilità di affrontare il percorso avendo già tra le mani un contratto di assunzione con Seas: orizzonti di carriera allettanti, così come gli stipendi che vanno dagli iniziali 1.500 euro ai tremila dopo due anni di pratica, una volta ottenuta la licenza
Alla crisi demografica e alla penuria sul mercato di tecnici manutentori hanno risposto in un modo tanto semplice quanto efficace: creando una scuola ad hoc che è arrivata ad ospitare circa 250 studenti l’anno, che una volta formati vengono immediatamente occupati negli hangar di 21 aeroporti italiani.
Nella galassia Seas, società bergamasca specializzata nella manutenzione di aeromobili e in esclusiva della flotta del gruppo Ryanair sul territorio nazionale, un ruolo sempre più di primo piano lo sta assumendo la AEA Aircraft Engineering Academy: acquisita nel 2018, quando si trovava a Sommacampagna (in provincia di Verona), nel luglio 2023 è stata definitivamente trasferita e rilanciata ad Azzano San Paolo, in via Emilia 6, dove ha intrapreso un percorso di crescita straordinario, per numeri e prospettive. A tirare le fila è Alessandro Cianciaruso, socio fondatore di Seas che attorno a quell’esperienza ha creato un’ecosistema di vitale importanza non solo per Orio al Serio, terzo aeroporto italiano dove hanno trovato casa cinque hangar Ryanair, ma anche per tutto il mondo aeronautico.
“Ancora oggi quando si parla del settore ci si riduce troppo spesso a riferirsi a piloti e controllori di volo – spiega Cianciaruso – Ma la figura del tecnico manutentore è altrettanto indispensabile, con alcune differenze sostanziali. La prima è che per diventare piloti serve necessariamente un’alta disponibilità economica, perché non esiste una via alternativa a quella del brevetto di volo che costa circa 100.000 euro: sono poche le famiglie che se lo possono permettere, senza comunque avere la garanzia di riuscire a diventare pilota. L’evoluzione tecnologia ha già portato alla nascita di alcune tipologie di velivoli che possono viaggiare senza piloti, ma non esiste ancora l’aereo che si aggiusta senza un tecnico: una professione che ribalta la prospettiva, perché richiede un basso investimento in cambio di alte garanzie occupazionali”.
L’autorevolezza e la capacità formativa dell’accademia sono state riconosciute anche dalla stessa Ryanair, al punto che la compagnia irlandese ha deciso di sottoscrivere un accordo per il quale ogni anno una cinquantina di studenti da tutta Europa vengono inviati ad Azzano per intraprendere il percorso accademico che porta all’ottenimento del brevetto.
Nov 30, 2022 | periodico
LA FRAGILITA’ IDROGEOLOGICA DEL NOSTRO PAESE

Il Rotary Club Dalmine Centenario ha risposto all’invito del Rotaract di Treviglio, che il 10 novembre ha promosso una riunione interclub per ospitare la relazione del prof. Renzo Rosso, ingegnere idraulico che Teatro TNT di Treviglio ha tenuto una conferenza sul tema “LE ALLUVIONI D’ITALIA DALL’UNITA AL TERZO MILLENIO”. Parlare di alluvioni riporta alla mente quella del Polesine del 1951, la devastante tracimazione dell’Arno che inondò Firenze nel novembre 1966, l’evento calamitoso che colpì la Valle Brembana nel 1987 e la colata di fango che seppellì Sarno nel 1998. Ma gli episodi gravi e luttuosi si sono inanellati nel nostro Paese, perennemente a rischio idrogeologico.
L’Italia combatte da secoli con il problema del dissesto idrogeologico, un fenomeno ormai parte integrante della nostra storia. Renzo Rosso, ordinario di costruzioni idrauliche e marittime e idrologia nel Politecnico di Milano dal 1986, ha delineato la storia idraulica, civile e politica della “questione idrogeologica” italiana, dall’unità ai nostri giorni. Il problema, sempre più pressante e talvolta drammatico, è stato quasi sempre affrontato anteponendo l’urgente all’importante, senza cognizione del passato e visione del futuro. Ha spiegato il fenomeno a partire dal termine “bombe d’acqua”, etichetta impropriamente utilizzata nei nostri confini italiani, traduzione frettolosa dell’internazionale cloudburst, sottolineando che si tratta di un problema con cui bisogna invece imparare a convivere serenamente. “Dobbiamo sapere che il rischio si può soltanto “mitigare” e lo si può fare anche in modo efficace, ma non eliminare. E chi parla alla gente di “messa in sicurezza” commette un peccato perlomeno di ingenuità. Gran parte del territorio del nostro Paesi è assai suscettibile a frane e alluvioni, facilmente innescabili dai nubifragi spesso molto intensi che la circolazione atmosferica è in grado di produrre sia a grande, sia a piccola scala. L’Italia franava e veniva alluvionata con regolarità già agli albori dell’unità e anche prima, ma lo sviluppo economico, urbanistico e infrastrutturale del dopoguerra ha aumentato l’esposizione e la vulnerabilità”. Quanto alla prevedibilità dei fenomeni estremi, Rosso ha precisato che è possibile stabilire con quale probabilità possa accadere in un certo sito, non però con quanto anticipo e dove esattamente. Le possibili azioni per il futuro? Rosso ne mette a fuoco una decina: essere consapevoli dei cambiamenti climatici, essere smart, gestire il rischio in modo condiviso, realizzare difese strutturali in modo appropriato, fare manutenzione e manutenzione e manutenzione, usare le dighe in modo strategico, agire sull’esposizione al rischio, fermare il consumo di suolo, agire sulla vulnerabilità, essere capaci di convivere con le alluvioni.
Istruzione finanziaria per non commettere errori di investimento

Il presidente Michele Monaci tra Alessandro Moretti e Danilo Zanni
Una vera e propria serata di istruzione finanziaria, quella del 17 novembre, che ha visto ospite a La Vacherie di Brusaporto il dott. Danilo Zanni, Amministratore Delegato della IoInvesto SCF, società di consulenza finanziaria indipendente con la rete di consulenti più grande d’Italia, il quale si è prodotto in veste di relazione nell’ambito del suo percorso di avvicinamento al nostro Club aspirandone a diventare socio. Insieme ad Alessandro Moretti (trader, advisor e analista finanziario specializzato nel mercato azionario nonché divulgatore finanziario con più di 500.000 follower), anch’egli ospite della serata, Danilo Zanni è stato autore di un volume dal titolo “I 7 peccati finanziari”, una pubblicazione che contribuisce a fare conoscere gli errori finanziari più comuni. Nel corso del suo intervento, molto articolato, ha illustrato una serie di esempi in cui l’investitore rischia ma a guadagnare è soprattutto chi propone il prodotto finanziario. In Italia esistono circa 53mila consulenti finanziari, la cui remunerazione è legata alla vendita dei prodotti. A questi si aggiungono 268 consulenti autonomi e 38 società di consulenza, i quali vendono consigli e non prodotti. Ad essi si paga la parcella sull’investimento.



Esistono 7 errori finanziari che tutti i giorni ognuno di noi commette. Errori che ci rendono più poveri e più a rischio, senza che ce ne accorgiamo. Ci fanno perdere soldi, mettono in serio pericolo i nostri risparmi e minacciano il nostro futuro finanziario.
Il libro di Zanni ci accompagna a scoprirli. E propone utili suggerimenti: spendere quello che rimane dopo aver risparmiato; evitare il gioco d’azzardo (più alta la probabilità di essere folgorato da un fulmine, rispetto alla probabilità di fare 6 al superenalotto); chiedersi se ci si può permettere una casa di proprietà; fare ricorso alle forme pensionistiche private per continuare a vivere dignitosamente; premunirsi con le polizze; investire in modo oculato e gestire correttamente il nostro patrimonio in vita.
Il R.C. Dalmine Centenario alla Giornata Mondiale Vittime della Strada a Ciserano

Domenica 20 novembre l’Associazione dei familiari delle vittime della strada ha celebrato a Ciserano la Giornata mondiale dell’Onu per ricordare chi ha perso la vita in incidenti stradali. Dopo la Messa presieduta dal vicario episcopale monsignor Lino Casati e concelebrata da don Sergio Morandi, parroco di Ciserano, l’evento si è aperto cob i saluti delle autorità, tra cui il sindaco di Ciserano, Caterina Vitali, e la vicequestore Mirella Pontiggia, comandante della Polizia Stradale.

Sul sagrato della chiesa sono stati allestiti dalla Polizia Stradale spazi con il simulatore di guida in moto e il percorso alcol-visual su tappeto con apposite maschere che simulano la condotta di guida sotto l’effetto di droghe e alcool. Due ausili che il R.C. Dalmine Centenario ha messo a disposizione della Polizia Stradale, la cui opera di sensibilizzazione e divulgazione concorre a rendere consapevoli sulla necessità di adottare condotte corrette alla guida dei veicoli. Distrazione, velocità elevata, mancato rispetto della distanza di sicurezza e della segnaletica stradale, sono solo alcuni dei tanti errori che si commettono quando si è al volante di una macchina, uno scooter o bicicletta che sia. Ma anche tra i pedoni, non sono infrequenti comportamenti azzardati, dettati molto spesso dalla distrazione o più semplicemente dalla fretta.

La Polizia Stradale è particolarmente impegnata sul fronte della prevenzione. Guidare un veicolo dopo aver bevuto alcolici o aver assunto droghe, oppure “chattare” mentre si guida o si attraversa la strada è estremamente pericoloso per sé e per chi si incrocia sul proprio percorso. Basti pensare che il solo rispondere al cellulare, fa distogliere lo sguardo dalla strada per un tempo variabile di alcuni secondi che, se si è alla guida di un veicolo, possono diventare fatali. Il pericolo aumenta ulteriormente se si viaggia in autostrada. Il nostro Club continua ad essere a fianco della Polizia Stradale nelle campagne di sensibilizzazione ed iniziative di educazione alla legalità che coinvolgono soprattutto i giovani.